venerdì 20 marzo 2015

Domani 21 Marzo: Visita di Papa Francesco a Napoli e a Pompei [clicca foto]



Pompei sarà la sua prima tappa: La diretta avrà inizio alle 6 con i collegamenti da Piazza Bartolo Longo e proseguirà, alle 6.30, con il Rosario meditato attraverso i testi di Papa Francesco. Alle 6.30 avrà inizio anche la diretta dell’emittente Telepace. È possibile sintonizzarsi su TV2000 al canale 28 del digitale terrestre, 140 di Sky e 18 di Tivùsat. Inoltre è garantita la diretta in streaming sul sito www.tv2000.it. È possibile seguire Telepace sul canale 73 del digitale terrestre per la zona di Roma. Cambiano i canali per le altre regioni, ma ogni notizia sul merito è consultabile sul sito www.telepace.it. Sullo stesso sito internet è anche assicurata la diretta streaming dell’evento.


Napoli sta vivendo una grande attesa,in queste ore che precedono l' arrivo di Papa Francesco, domani, alle 9:00.
Il Papa toccherà sei punti nevralgici e altamente simbolici della città: Scampia, piazza del Plebiscito, il carcere di Poggioreale, il Duomo, piazza del Gesù e il lungomare Caracciolo fino alla Rotonda Diaz. Un itinerario lunghissimo per la «papamobile» che in queste ore viene potetto con migliaia di transenne: domani nessuno potrà passare all'interno del percorso, neanche a piedi. E già sono stati sigillati i cestini per i rifiuti nel centro cittadino.




mercoledì 18 marzo 2015

Tanti Auguri!


Poesie per la festa del papà. - Auguri A Tutti I Papà! [clicca foto]




POESIE

Caro Papà,
io dico con sincerità
” Tu sei per noi
il miglior Papà”

Ci sostieni ogni giorno
Come guida sicura
Sul nostro cammino
W col tuo sacrificio
Ci doni serenità
Auguri!

Al mio babbo
Questa mattina ho chiesto al mio tenero cuore:
“Suggeriscimi tu qualche detto d’amore,
suggeriscimi tu qualche soave accento
per fare il mio babbo contento!”

E il mio cuore mi ha risposto:
“Digli questo soltanto:
Ti voglio bene…
ma tanto, tanto, tanto…”

Fermati un momento
Papà, fermati un momento.
Voglio parlarti.
Sai che cosa in cuore sento?
Sento d’amarti.
Sai perché ti voglio bene?
Perché tu vuoi bene a me.
Le giornate tue son piene
e non pensi mai a te.
Quando ho la mano nella tua,
provo un senso di riposo,
nulla più mi fa paura,
mi sento forte e coraggioso.
Papà, fermati un momento.
Pensa a quello che t’ho detto.
Il tuo cuor godrà contento
al calore del mio affetto

Ti ringrazio papà
Ti ringrazio papà,
per avermi dato la vita,
per avere scelto me
anche se eri così giovane,
per avere rinunciato
ai tuoi sogni 
per diventare padre.
Per avermi insegnato
ad andare in bici,
per avermi consolata
ogni volta che ero triste.
Per avermi rimproverata
quando sbagliavo,
per avermi insegnato
la differenza tra il bene e il male.
Ti ringrazio per avermi insegnato
cos’è il rispetto e la gratitudine,
l’amore e l’altruismo

Cos’è un papà
Il papà non è solo
l’amico delle capriole sul letto grande
Non è solamente l’albero al quale mi arrampico
come un piccolo orso
non è soltanto chi tende con me l’aquilone nel cielo.
Il papà è il sorriso discreto che fa finta di niente
è l’ombra buona della grande quercia
è la mano sicura che mi conduce nel prato
e oltre la siepe.
(L.Musacchio)

Papà
Se sei arrabbiato
perché nel traffico ti sei stancato,
caro papà riprendi fiato:
il mondo è bello ma un po’ affollato.
Caro papà se sei un po’ teso
ed il lavoro ti sembra un peso,
tu pensa sempre: sei nel mio cuore,
ti voglio bene a tutte le ore

Ricetta: Sfinci Di San Giuseppe [clicca foto]






Gli sfinci sono dolci tipici siciliani per San Giuseppe, sono chiamati anche sfince o ancora sfingi o sfinge (la grafia del nome e’ molto incerta e deriva dall’arabo); ma non preoccupatevi del loro nome preciso, e invece preparateli seguendo questa ricetta e gustateli. Sono delle golose frittelle rotonde e cave da farcire prima e ricoprire poi con la crema di ricotta e da completare con canditi, pistacchi e pezzetti di cioccolato (la crema di ricotta e’ la stessa crema usata per riempire i famosi cannoli siciliani).

Ingredienti per gli sfinci di san Giuseppe (dosi per 6 persone)

350 g. di ricotta di pecora (non preoccupatevi non ha un gusto forte e’ solamente piu’ grassa e cremosa di quella vaccina)
100 g. piu’ un cucchiaio di zucchero
125 g. di farina
100 g. di burro
4 uova fresche
1 pizzico di sale fino
olio per friggere (monoseme: arachide o girasole) q.b.
a piacere per guarnire frutta candita, pistacchi e cioccolata frantumata in piccoli pezzetti

Preparazione
Per prima cosa preparate la crema di ricotta. Versate la ricotta in una ciotola, mescolatela con 100 g. di zucchero, e poi passatela al setaccio per ottenere una crema liscia e omogenea. Mettetela in frigorifero fino al momento di usarla.
Mettete in una casseruola 2,5 cl. di acqua, il pizzico di sale, il cucchiaio di zucchero ed il burro. Portate ad ebollizione, mescolate e poi versate tutto in un colpo la farina. Lavorate energicamente fino a che la pasta si stacchera’ dalle pareti della casseruola (vi avvertiamo che occorrono braccia robuste per fare questo, noi suggeriamo di arruolare un amico/congiunto/… palestrato).
Togliete la casseruola dal fuoco e fate raffreddare la pasta (per velocizzare il tutto mettete la pentola in una bacinella di acqua fredda e mescolate di tanto in tanto). Aggiungete un uovo e lavorate la pasta per farlo incorporare completamente, procedete nello stesso modo con le altre uova.
Mettete sul fuoco un tegame o una padella dal bordo molto alto con abbondante l’olio (e’ importante che l’olio raggiunga una buona altezza); quando sara’ caldo gettatevi delle cucchiaiate di pasta e fate gonfiare e dorare. Scolate gli sfinci e metteteli a perdere l’eccesso di unto su carta da cucina.

Aprite gli sfinci con un coltello e farci teli con la crema di ricotta, ricopriteli con ancora un po’ di crema, e decorate con pezzetti di canditi, pistacchi e frammenti di cioccolato. Vi consigliamo di farcirli solo al momento di gustarli.


[fonte - Buttalapasta.it]







Festa del papà, perché è proprio oggi [clicca foto]



L'Italia è uno dei pochi paesi a celebrarla il 19 marzo, e in Germania è tradizione ubriacarsi

La “festa del papà” è una consuetudine del 19 marzo in alcuni paesi dalla lunga tradizione cattolica, come l’Italia, la Spagna e il Portogallo. La data fu per molto tempo la principale festa cattolica dedicata a san Giuseppe, il padre di Gesù: se ne hanno pochissime notizie ricavate dai Vangeli (in particolare di Matteo e Luca) ma intorno a lui ci furono fin dai primissimi secoli dopo Cristo molte leggende e tradizioni.
Il culto religioso di san Giuseppe è molto antico e nacque in Oriente nell’Alto Medioevo, per poi diffondersi in Occidente già nel Trecento. Intorno a quel periodo, alcuni ordini religiosi cominciarono ad osservare la sua festa il 19 marzo, il giorno della sua morte secondo la tradizione. La festività di san Giuseppe fu inserita nel calendario romano da papa Sisto IV intorno al 1479, e nell’Ottocento il santo divenne patrono di diversi paesi con una importante tradizione cattolica, come il Messico, il Canada e il Belgio. L’istituzione dell’altra festa cattolica che ricorda il padre di Gesù, san Giuseppe Artigiano – il primo maggio – è solo del 1955, in risposta alla festa dei lavoratori che aveva origini sindacali e socialiste.
In altri paesi la festa del papà ha origini e tradizioni diverse, tanto che la data varia molto da paese a paese. In Germania, per esempio, la festa del papà coincide con il giorno dell’Ascensione – una festa mobile cristiana che cade il giovedì quaranta giorni dopo la Pasqua – ed è chiamata anche Männertag o Herrentag (“giorno degli uomini”, intesi come maschi). Una delle tradizioni più diffuse in molte città tedesche, a volte severamente criticata dalla stampa locale, è quella di formare comitive di uomini che spingono un carretto pieno di bevande alcoliche e procedono a «un pomeriggio incasinato e ubriaco». Questa particolare tradizione sembra risalire all’Ottocento.

Negli Stati Uniti la festa ha caratteristiche e origini molto più recenti, in parte legate alla festa della mamma. Si celebra la terza domenica di giugno e fu proclamata festa nazionale nel 1966, dal presidente Lyndon B. Johnson. Generalmente si fa risalire l’idea della sua creazione a una donna di Spokane, nello stato di Washington, Sonora Smart Dodd: secondo la tradizione, lo spunto per una festa del papà le sarebbe venuto nel 1909 sentendo un sermone in occasione della festa della mamma, che cominciava ad essere celebrata in quegli anni. La prima festa del papà fu celebrata negli Stati Uniti il 19 giugno 1910, nel mese di nascita del padre di Sonora Dodd, che aveva cresciuto sei figli dopo la morte di parto della moglie. La maggior parte dei paesi del mondo celebra la festa del papà la terza domenica di giugno.

[fonte - Il Post.it]

19 Marzo 2015 - Festa Del Papà : OGGI PINO DANIELE AVREBBE COMPIUTO 60 ANNI [clicca foto]

IL CANTANTE NAPOLETANO DIVENTA 'BENE CULTURALE' PINO DANIELE E I 60 ANNI MANCATI NEL GIORNO DELLA FESTA DEL PAPÀ Ancora vivo il ricordo della folle corsa da Manciano fino a Roma per tentare di rianimarlo. Il suo cuore malato ha smesso di battere il 4 gennaio 



Roma

18 marzo 2015 Giovedì 19 marzo Pino Daniele avrebbe compiuto 60 anni. Ma il suo cuore ha smesso di battere, il quattro gennaio scorso. Un fulmine a ciel sereno da una parte, dall'altra un evento atteso. Da tempo il cantante napoletano conviveva con cardiopatia non curabile. Ogni giorno era un giorno guadagnato. La corsa in ospedale da Manciano fino a Roma, dal medico che lo aveva in cura, non è servita niente. Al Sant'Eugenio il Re del blues c'è arrivato già morto.

Le polemiche

Quello che rimane di quei giorni è il clamore mediatico, i risvolti legali, le polemiche tra la ex moglie e la sua ultima compagna di vita, la stessa che assecondato la sua richiesta portandolo nella Capitale, anziché al primo ospedale vicino. Ci sono state discussioni tra i familiari, confusione alla camera ardente, prima aperta al pubblico e poi richiusa. Tutte dinamiche che reso amaro il suo addio e che certamente avrebbero amareggiato per primo proprio Pino, che teneva molto alla riservatezza sulla propria vita privata.

Era pronto un nuovo disco e un tour

Ai 60 anni Pino stava per arrivare con un nuovo album, "molto acustico" lo aveva definito, e con il fortunato tour della réunion di "Nero a metà", senza dubbio uno dei momenti più felici non solo per lui ma per la storia della musica italiana.

La delusione per la mancanza di figure di riferimento

Non era entusiasta del mondo che si trovava attorno: "Per un sessantenne oggi ci sono cose francamente insopportabili, come l'assenza di pensiero e di figure di riferimento per le nuove generazioni". Era cresciuto e diventato famoso in un mondo dove la musica era un collante umano e trasmetteva valori perché era uno degli strumenti utilizzati per cercare (almeno sognare) di cambiare le cose.

Non amava i talent

Apparteneva alle generazioni che si costruivano il successo con la gavetta, "rubando" dai dischi e dai musicisti più anziani e bravi: il mondo dei talent lo guardava con un certo sospetto, anche se riconosceva che ai giovani non vengono offerte grandi alternative, vista anche la crisi della discografia.

Una vita dedicata allo studio

La delusione però non gli impediva di tenersi aggiornato. Promuovendo artisti più giovani come Rocco Hunt e Clementino, che aveva invitato come ospiti in alcuni concerti del suo ultimo tour. E studiando: ha passato tutta la vita a cercare di migliorarsi come musicista e a cercare nuove forme di contaminazione per il suo grande progetto di musica mediterranea, a cominciare dai suoi idoli di chitarrista, Jeff Beck, Eric Clapton, ma anche Paco de Lucia, Frank Zappa ("sono diventato pazzo ascoltando 'Over Night Sensation'" raccontava), Carlos Santana, Pat Metheny.

Eredità artistica incalcolabile

La sua eredità artistica è incalcolabile: in pochi sono riusciti a cambiare così a fondo le regole stesse della musica italiana, rinnovando la tradizione napoletana e portando al grande pubblico livelli esecutivi e concezioni tipiche della scena internazionale.

Diventa un 'bene culturale'

Per omaggiare il suo genio l'Università Suor Orsola Benincasa ha fatto sapere che dalla prossima settimana partirà un percorso di studi su Pino Daniele come bene culturale. "Vogliamo provare a mettere ancor meglio in luce tutti gli aspetti storici, antropologici, sociologici e pedagogici legati alla sua figura e al grande lascito artistico. In quasi 40 anni di carriera ha inciso profondamente sul modo di raccontare la sua città, cambiando sensibilmente l'immaginario sui napoletani e lavorando profondamente sui linguaggi del Mediterraneo fondendoli magistralmente con il blues e con la scala musicale partenopea".

[Fonte - RaiNews.it]

lunedì 9 marzo 2015

Ornella Muti, i 60 anni di un'icona di bellezza

Ornella Muti, i 60 anni di un'icona di bellezza - Foto

Dal suo debutto al cinema a 14 anni, passando per i film di Marco Ferreri e Dino Risi, Hollywood e le commedie con Adriano Celentano. Ripercorriamo la sua carriera.



Buon compleanno Ornella Muti. L'attrice italiana molto amata in Francia e Spagna compie oggi 60 anni. Ma Francesca Romana Rivelli (questo il suo vero nome) non teme il passare del tempo: "L'età è solo un'invezione", ha detto.
La sua carriera è stata un su e giù di emozioni, iniziata presto e passata per quasi 200 pellicole. Ha debuttato al cinema a soli 14 anni, notata da Damiano Damiani che l'ha voluta nel film La moglie più bella(1970): è stato lo stesso regista a suggerirle quel nome d'arte indelebile. Occhi blu cobalto, volto di porcellana, la sua bellezza evidente e genuina la fece diventare subito una diva.
Nel 1974 con Romanzo popolare di Mario Monicelli, accanto a Ugo Tognazzi, spiccò il volo. Se nel corso della sua carriera è approdata anche a Hollywood, passando dalle astronavi di Flash Gordon di Mike Hodges (1980) ai costumi dell'Odette di Marcel Proust in Un amore di Swann (1983) insieme a Jeremy Irons e Alain Delon, le sue prove più significative sono quelle con i registi italiani. In primo luogo con Marco Ferreri ne L'ultima donna (1976) e Storie d'ordinaria follia (1981) fino a Il futuro è donna (1984). Ha recitato anche per Dino Risi in La stanza del vescovo (1977) e Primo amore (1978) e ne I nuovi mostri (1977) del trio di registi Monicelli-Risi-Scola.
Nel 1982 è stata scelta come madrina per consegnare l'Oscar al miglior film straniero: è lei ad aprire la busta e ad annunciare in inglese il vincitore. Tra le commedie indimentacabili quelle in coppia con Adriano Celentano, Il bisbetico domato e Innamorato pazzo. Con Francesco Nuti è protagonista di Tutta colpa del Paradiso (1985) e con Carlo Verdone di Io e mia sorella (1987). Ornella Muti ha recitato anche al fianco di Sylvester Stallone in Oscar - Un fidanzato per due figlie (1991), è stata diretta da Francesco Rosi in Cronaca di una morte annunciata (1987) con Rupert Everett. 
Negli anni Novanta la sua stella è meno fulgente e trova riparo in Francia e in Spagna. Nel 1993 è diretta dall'apprezzato regista spagnolo Vicente Aranda in L'amante bilingue, con un Javier Bardem ancora poco noto presente in un piccolissimo ruolo. Recentemente si è data anche alla tv. Eccola accanto a Gerard Depardieu ne Il conte di Montecristo (1998), con Christian De Sica nel telefilm Lo zio d'America (2002).
Una rivista americana l'ha incoronata qualche anno fa l'attrice di film di fantascienza più bella di ogni tempo (per il suo ruolo di Principessa Aura, figlia di Max von Sydow in Flash Gordon).
[Fonte - Panorama.it]